Quali materiali scegliere per i pavimenti di una piscina

Durante un progetto che abbiamo fatto a Calvenzano (BG) L’architetto che ha progettato questo spazio e che si è poi avvalso di noi per la realizzazione dell’opera aveva un’idea chiara: Voleva un’ambientazione elegante.
Si è partiti con un’analisi preliminare sulla scelta dei materiali che ha portato a selezionare il legno, dove si è optato per una pavimentazione in Teak, uno dei pochi legni che non temono l’acqua e che si prestano quindi bene per un ambiente come quello di una piscina.
Il teak è stato trattato ulteriormente con sostanze idrofobizzanti per aumentarne la resistenza all’acqua e al cloro.
Per la pietra invece l’architetto aveva chiaramente espresso la volontà di avere una pietra bianca o comunque molto chiara. Nel progettare una piscina infatti ci sono alcune cose da tenere in considerazione, una delle quali è che al colore della pavimentazione, corrisponderà anche un relativo riscaldamento del materiale impiegato. Dimentichiamoci quindi materiali scuri come ardesie o dioriti e rivolgiamoci invece verso materiali più chiari che risponderanno all’irragiamento mantenendo una superfice fresca.
Andava quindi utilizzata una pietra chiara ed era inoltre importante che la superfice rimanesse antiscivolo, così da evitare che con il pavimento bagnato si rischiasse di scivolare.
Il teak selezionato era caratterizzato da listelli di piccole dimensioni assemblati su doghe strette e molto lunghe, la scivolosità in questo caso era evitata dalla presenza di queste rigature che ne scaturivano e che creavano un forte grip.
Abbiamo così deciso di applicare una finitura rigata anche sulla pietra e la pietra più idonea per questo tipo di applicazione è risultata la Pietra di Lessinia rigata
Questa pietra viena cavata sulle montagne della Lessinia, un’area geografica delle prealpi veronesi, sul limitare delle province di Vicenza e di Trento.
I nostri collaudatori si sono quindi recati personalmente in cava per la selezione del materiale da impiegare poi nel progetto. Le strade che portano alle cave della Pietra di Lessinia sono molto piccole e durante il tragitto è piacevole notare come le architetture cambino e traggano vantaggio da ciò che le circonda. Ecco quindi che ciò che altrove è costruito con cemento e calcestruzzo, qui viene sostituito con la pietra a km 0.
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Una volta effettuata la selezione, abbiamo quindi proceduto ad eseguire la finitura superficiale rigata e a posarla sia sul bordo della piscina che sulla pavimentazione esterna, abbinandola ad altre pietre chiare ornamentali, in questo caso il ciotolo di bianco di carrara.

La ristrutturazione prevedeva anche la creazione di una scala di accesso alla villa dove abbiamo utilizzato la stessa Pietra di Lessinia, ma con finitura levigata e sulla pedata è stata fatta una fresata antiscivolo (figura 4) e per completare l’opera è stato scelto un frangisole in legno.